Jens A Venezia, sul Canal Grande, a pochi passi dal Ponte di Rialto fervono i lavori nello storico Palazzo Canova, dove la catena H10 - una delle prime 10 catene alberghiere della Spagna, con più di 60 hotel in 18 diverse località - inaugurerà a breve un nuovo hotel a 4 stelle.
Per questa struttura esclusiva H10 ha effettuato scelte di estrema qualità anche per quanto riguarda l’installazione degli impianti di acqua sanitaria. Sono stati quindi scelti i sistemi a pressare Viega: nel dettaglio Sanpress Inox per le colonne montanti e Viega Smartpress con schema di installazione in serie e ad anello per la distribuzione ai piani. Gli impianti, ubicati nei controsoffitti e nelle mura del palazzo, sono studiati per offrire un comfort senza pari ai clienti, con un occhio di riguardo per la loro salute.
Acqua e salute
Nelle strutture alberghiere la frequenza d’uso degli impianti di acqua sanitaria può variare notevolmente nel corso delle stagioni; questo può dipendere dalla quantità di stanze occupate e dai periodi di chiusura della struttura, in cui è più frequente l’insorgere di fattori di rischio come la stagnazione (una delle principali cause di proliferazione di batteri quali la Legionella).
Inoltre le strutture alberghiere, al pari di quelle termali e sanitarie, sono citate nelle più recenti Linee Guida per la prevenzione e il controllo della legionellosi come strutture a rischio, per il quale è necessario adottare tutte le misure al fine di contenere il rischio di proliferazione del batterio all’interno della rete idrico-sanitaria.
Nel caso di struttura nuova o completamente rinnovata, il richiamo alla corretta progettazione come misura principale di prevenzione alla proliferazione del batterio, è stato oggetto di un attento studio da parte del progettista insieme allo staff dell’ufficio tecnico della Viega Italia.
Il dimensionamento: DIN 1988-300
In primo luogo si è optato per un dimensionamento più razionale della rete adottando il metodo di calcolo della DIN 1988-300 che consente un’ottimizzazione dei diametri grazie ad una gestione più oculata dei fattori di contemporaneità e a un procedimento iterativo che consente di redistribuire l’eventuale residuo di pressione per ridurre ulteriormente i diametri (aspetto che non trova applicazione nella UNI 9182). Inoltre anche le velocità massime di progetto, utilizzate per la determinazione dei diametri durante la prima fase di dimensionamento, risultano più elevate rispetto alla norma italiana, assicurando in ogni caso una piena funzionalità dell’impianto.
L’albergo oggetto del recupero è costituito da 274 utenze sanitarie, suddivise su 65 camere con bagno privato, di cui 52 di composizione tradizionale (lavabo, vasca, doccia, bidet e vaso con cassetta), 6 con doppio lavabo, vasca e doccia e 7 con doppio lavabo, doccia, bidet e vaso con cassetta; ovviamente la rete si completa di alcuni bagni di servizio per i clienti e per il personale. Applicando la contemporaneità tipica delle strutture alberghiere della DIN 1988 si è ottenuto, a fine calcolo, un picco di portata di circa 4,93 l/sec, contro i quasi 9,8 l/sec del medesimo calcolo secondo UNI 9182; in termini di diametro si è quindi applicato un DN50 per il tratto iniziale della distribuzione, ben inferiore rispetto al DN80 che si sarebbe ottenuto applicando la norma italiana.
Ciò ha consentito un notevole risparmio sull’approvvigionamento del materiale, con conseguenti benefici non solo in termini di igienicità dell’acqua (riduzione dei volumi e riduzione del rischio di stagnazione) e di costo del materiale (raccordi, tubi, staffaggi e coibentazione), ma anche e soprattutto di movimentazione e trasporto dello stesso. Infatti, data l’ubicazione della struttura, la consegna dei prodotti è avvenuta a mezzo di chiatte, laddove quindi il peso e il volume della merce trasportata risulta determinante.
La rete idrico-sanitaria: accorgimenti per una corretta progettazione igienica
Complessivamente la rete di acqua sanitaria (fredda, calda e ricircolo) è costituita da circa 3400 metri di tubazione con diametri dal DN12 al DN50. Per le colonne montanti e le distribuzioni ai piani fino all’allaccio dei singoli bagni si è adottato il sistema Sanpress Inox, mentre per i tratti terminali si è scelto il sistema multistrato a flusso ottimizzato Viega Smartpress, con raccordi di acciaio inossidabile o bronzo (nel caso di terminali filettati). In ambo i casi si è quindi fatto affidamento a un acciaio inossidabile di tipo AISI 316L, materiale di qualità con elevata resistenza alla corrosione (valore PREN pari a 24,1).
Inoltre, grazie al sistema Viega Smartpress, si è scelto di dare maggiore attenzione alle spesso sottovalutate perdite di carico; infatti i raccordi Viega Smartpress, grazie a coefficienti di accidentalità particolarmente ridotti, hanno indirettamente contribuito al dimensionamento razionale dell’impianto, consentendo una sensibile riduzione dei volumi di acqua.
Infine, proprio per porre l’attenzione alla corretta progettazione igienica e per limitare il problema della stagnazione (principio di riduzione del rischio), si è scelto di allacciare gli apparecchi sanitari all’interno dei singoli bagni utilizzando una configurazione in serie per l’ACS (disponendo il lavabo come ultimo elemento) e ad anello per l’AFS. In questo modo il normale utilizzo delle utenze dei bagni consente un continuo lavaggio di tutte le tubazionidel bagno e un costante ricambio di acqua anche a fronte di un normale utilizzo effettuato dall’utente finale.
Le verifiche finali
La verifica del corretto dimensionamento dei percorsi sfavoriti, dei corretti tempi di erogazione dell’acqua calda, del raggiungimento delle temperature di progetto nei tempi previsti, nonché il corretto raggiungimento delle temperature di disinfezione nel caso di trattamenti di shock termico, hanno rappresentato l’ultimo attento passo progettuale, al pari del necessario bilanciamento della rete di ricircolo. L’ultima raccomandazione progettuale è stata quindi rivolta all’impresa di installazione nell’effettuare la prova di tenuto “a secco”, ovvero con aria compressa anziché con acqua; tale scelta è stata dettata dalla volontà di non compromettere l’igienicità dell’impianto prima ancora di metterlo in funzione, specialmente nel caso di lunga inattività tra il collaudo e l’avviamento.